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Eparina

Eparina

Origine e Storia dell’Eparina

L’eparina, un anticoagulante essenziale nella medicina moderna, ha una storia affascinante che risale agli inizi del XX secolo. La scoperta di questa sostanza preziosa avvenne nel 1916, quando il medico americano Jay McLean, allora studente di medicina all’Università Johns Hopkins, identificò per la prima volta un composto anticoagulante nei tessuti animali. Inizialmente, McLean stava studiando la tromboplastina, un enzima coinvolto nella coagulazione del sangue, ma durante le sue ricerche, isolò una sostanza con proprietà anticoagulanti che chiamò “eparina” per la sua origine epatica.

Negli anni successivi, la ricerca su questo anticoagulante si intensificò, portando alla comprensione delle sue proprietà uniche e dei suoi potenziali usi clinici. Nel 1935, Charles Best e il suo team all’Università di Toronto svilupparono un metodo per estrarre un anticoagulante in forma pura, rendendolo disponibile per l’uso terapeutico. Questa scoperta aprì la strada alla produzione commerciale di un anticoagulante e al suo impiego nella prevenzione e nel trattamento delle trombosi.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, questo anticoagulante divenne un farmaco di fondamentale importanza per il trattamento dei soldati feriti, aiutando a prevenire la formazione di coaguli di sangue che potevano essere fatali.

La sua efficacia e sicurezza furono ampiamente riconosciute, e il farmaco anticoagulante divenne rapidamente un componente essenziale della medicina di emergenza e della chirurgia.

Nel corso degli anni, la produzione di questo anticoagulante si è evoluta, passando dall’estrazione dai tessuti animali alla sintesi chimica e alla produzione biotecnologica. Oggi, l’eparina è disponibile in diverse forme, tra cui l’eparina non frazionata e le eparine a basso peso molecolare, ciascuna con specifiche indicazioni cliniche. La ricerca continua a migliorare la comprensione del suo meccanismo d’azione e a sviluppare nuove formulazioni per ottimizzare la sua efficacia e ridurre gli effetti collaterali.

L’eparina ha rivoluzionato il trattamento delle malattie cardiovascolari e ha salvato innumerevoli vite. La sua scoperta e sviluppo rappresentano un esempio straordinario di come la ricerca scientifica possa portare a innovazioni terapeutiche di grande impatto. Con una storia che abbraccia oltre un secolo, l’eparina rimane un pilastro della medicina moderna, testimoniando l’importanza della ricerca e dell’innovazione nel campo della salute.

L’Eparina è un anticoagulante naturale scoperto agli inizi del XX secolo. Questo paragrafo esplorerà le origini dell’Eparina, dalla sua scoperta nei tessuti animali fino alla sua produzione e utilizzo clinico moderno

L’eparina è un anticoagulante naturale scoperto agli inizi del XX secolo. Questo paragrafo esplorerà le origini dell’eparina, dalla sua scoperta nei tessuti animali fino alla sua produzione e utilizzo clinico moderno.

La scoperta del composto anticoagulante avvenuta nel 1916 ha segnato un punto di svolta nella medicina. Jay McLean, un giovane studente di medicina all’Università Johns Hopkins, stava conducendo ricerche sulla coagulazione del sangue quando isolò una sostanza con potenti proprietà anticoagulanti dai tessuti animali.

Questo composto, che prese il nome derivato dal fegato, si rivelò essere un anticoagulante naturale di grande efficacia.

Negli anni successivi, la comunità scientifica si dedicò a studiare le proprietà di questo anticoagulante e a sviluppare metodi per la sua estrazione e purificazione. Fu solo negli anni ’30 che Charles Best e il suo team all’Università di Toronto riuscirono a produrre l’anticoagulante in una forma sufficientemente pura per l’uso clinico. Questo progresso permise di iniziare a utilizzare un anticoagulante per prevenire e trattare le trombosi, rivoluzionando il campo della medicina cardiovascolare.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’anticoagulante divenne cruciale nel trattamento dei soldati feriti, prevenendo la formazione di coaguli di sangue potenzialmente fatali.

Questo anticoagulante si dimostrò essere un farmaco sicuro ed efficace, guadagnandosi rapidamente un posto di rilievo nella pratica medica. La sua capacità di prevenire la coagulazione del sangue la rese indispensabile non solo in situazioni di emergenza, ma anche in interventi chirurgici e trattamenti di lunga durata.

Con il passare degli anni, la produzione di questo anticoagulante si è evoluta notevolmente. Inizialmente estratta dai tessuti animali, questa sostanza anticoagulante è ora prodotta anche attraverso processi biotecnologici avanzati.

Questo ha permesso di ottenere una maggiore purezza e di ridurre il rischio di effetti collaterali. Oggi, l’eparina è disponibile in diverse formulazioni, tra cui l’eparina non frazionata e le eparine a basso peso molecolare, ciascuna con specifiche indicazioni terapeutiche.

L’uso clinico dell’eparina ha salvato innumerevoli vite e continua a essere un pilastro della medicina moderna. La sua scoperta e il suo sviluppo rappresentano un esempio straordinario di come la ricerca scientifica possa portare a innovazioni terapeutiche di grande impatto. Grazie all’eparina, è possibile trattare e prevenire efficacemente molte condizioni mediche legate alla coagulazione del sangue, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti.

Meccanismo d’Azione dell’Eparina

L’eparina agisce come anticoagulante interferendo con il processo di coagulazione del sangue. Il suo meccanismo d’azione è complesso e coinvolge diverse proteine e fattori della coagulazione. Una delle principali modalità con cui questo anticoagulante esercita il suo effetto è attraverso l’attivazione dell’antitrombina III, una proteina plasmatica che inibisce diversi enzimi della coagulazione, tra cui la trombina e il fattore Xa.

Quando l’eparina si lega all’antitrombina III, ne potenzia l’attività inibitoria.

Questo legame aumenta significativamente la capacità dell’antitrombina III di neutralizzare la trombina, un enzima cruciale nella formazione dei coaguli di sangue. La trombina è responsabile della conversione del fibrinogeno in fibrina, una proteina fibrosa che forma la rete del coagulo. Inibendo la trombina, questo anticoagulante impedisce la formazione di fibrina, riducendo così la possibilità di formazione di coaguli.

Un altro bersaglio importante dell’azione di questo anticoagulante è il fattore Xa, un enzima che svolge un ruolo chiave nella via comune della coagulazione.

Bloccando il fattore Xa, questo anticoagulante interrompe la cascata coagulativa, prevenendo ulteriormente la formazione di coaguli. Questa doppia azione su trombina e fattore Xa rende questo anticoagulante estremamente efficace.

Le molecole a basso peso molecolare (EBPM), una variante dell’anticoagulante non frazionato, agiscono principalmente inibendo il fattore Xa, con minore effetto sulla trombina. Questa caratteristica conferisce alle EBPM un profilo di sicurezza migliorato, riducendo il rischio di emorragie rispetto all’anticoagulante non frazionato.

Inoltre, le EBPM hanno una maggiore biodisponibilità e una durata d’azione più lunga, permettendo somministrazioni meno frequenti.

L’anticoagulante non frazionato, invece, richiede un monitoraggio più rigoroso attraverso test di laboratorio come il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT), per garantire che i livelli del farmaco nel sangue siano adeguati e sicuri. Questo monitoraggio è necessario per bilanciare l’efficacia anticoagulante con il rischio di sanguinamento.

Oltre alla sua azione anticoagulante, questo farmaco ha anche effetti anti-infiammatori e può modulare altri processi biologici, come la proliferazione cellulare e la permeabilità vascolare. Questi effetti aggiuntivi sono oggetto di continua ricerca, poiché potrebbero aprire nuove vie per l’uso terapeutico di questo anticoagulante in condizioni diverse dalle malattie tromboemboliche.

In sintesi, l’eparina è un anticoagulante potente e versatile, il cui meccanismo d’azione coinvolge l’inibizione della trombina e del fattore Xa. La sua capacità di prevenire la formazione di coaguli di sangue la rende uno strumento indispensabile nella medicina moderna, con applicazioni che vanno dalla prevenzione delle trombosi venose profonde alla gestione delle sindromi coronariche acute.

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